Presso il teatro della Parrocchia San Giovanni Paolo II di Porto Salvo, frazione di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), nella serata di domenica 21 Agosto 2022 si è svolta la cerimonia di premiazione della 1^ Edizione del Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “TERZO MILLENNIO 2022 – CITTÀ DI BARCELLONA”. Il mio racconto Battaglia per la vita Coronavirus un pericolo nuovo da affrontare ha ricevuro il primo premio nella sezione C racconti inediti dello stesso concorso. Pubblico la motivazione del premio a cura del professore Carmelo Aliberti, poeta, scrittore e critico letterario.
Per leggere il racconto, il cui titolo originario era Guerra intestina, clicca qua.
ANTONINO SCHIERA RACCONTO: “BATTAGLIA PER LA VITA CORONAVIRS UN PERICOLO NUOVO DA AFFRONARE”
MOTIVAZIONE INTEGRALE
Tanti poeti e scrittori hanno trattato nei loro scritti la tragedia che ha colpito creature di ogni angolo del pianeta. L’umanità fu colpita da un virus letale, a cui non era preparata né strutturalmente, né moralmente, né nella possibilità di cure, inesistenti per combattere l’insidioso e oscuro nemico.
Lo scrittore Antonino Schiera, nel racconto “BATTAGLIA PER LA VITA – CORONAVIRUS UN PERICOLO NUOVO DA AFFRONATRE”, descrive dettagliatamente la strage compiuta dal virus sconosciuto, per averlo personalmente conosciuto. Il dolore e la disperazione alla prima invasione dei colpiti, lo sgomento che attanagliò l’intera umanità, la tumultuosa attesa nella sensazione dell’attacco incombente dell’invisibile nemico. Il racconto dello Schiera è di estremo realismo, tanto da rappresentarlo nelle modalità in cui ha strappato alla vita persone di ogni età, improvvisamente colpite e piombate nello sgomento. L’Italia era del tutto impreparata, in quanto non esistevano ipotesi di poter sfuggire al mostriciattolo che invadeva di segnali il corpo e la mente degli infettati. Lo scrittore prima avvertì un lieve malore, tanto da uscirne dopo alcuni giorni. Ma qualche giorno dopo, emersero le connotazioni più pericolose dell’invisibile mostro, tanto che egli stesso fu trasferito nella stanza oscura dell’intubamento. Le luci si andavano spegnendo, gli infermieri che lo avevano trasferito nella stanza attrezzata per la terapia intensiva. Gli occhi furono sommersi al buio totale. Egli non fu più in grado di capire e di pensare. Dentro di sé avvertiva l’urgenza di avere notizie dall’esterno, ma ciò era impossibile, perché le infermiere glielo avrebbero proibito, del resto non poteva muoversi, ma forse avrebbero provveduto i suoi cari, cosa impossibile perché era vietato l’accesso nella stanza di isolamento. Sorse dentro di lui l’idea di rivolgersi a Dio per salvarlo sull’orlo del precipizio, ma gli venne il rimorso di essersi allontanato dalla Chiesa. Si trovava in una landa selvaggia, in lotta con un nemico invisibile e inattaccabile Lo scrittore descrive dettagliatamente le diverse fasi di una vera guerra, con eccezionale capacità di rastrellare i sintomi esterni della malattia, sia la voragine dei pensieri che lo stava facendo sprofondare nel nulla. A poco a poco, le flebo cominciano a produrre il loro effetto ed egli avverte che la guarigione è molto vicina e lui non ha più paura di morire, ha il desiderio di muoversi, la temperatura scende, fuori i camion dell’esercito trasportano i cadaveri fuori città per interrarli o per gettarli nel forno crematorio. Ora si sente libero, sarà molto prudente, con le prescrizioni del caso. Lo scrittore molto abilmente circoscrive il campo di battaglia tra l’uomo e il virus con un ineccepibile linguaggio bellico e, nel contempo, letterariamente ben curato, riuscendo a trasmettere al lettore fedelmente la sintomatologia corporea del male e il fluire dei pensieri in sintonia con la declinazione del male, lasciando anche un messaggio positivo per continuare a vivere.
Prof.re Carmelo Aliberti (poeta, scrittore e critico letterario)

