Recensioni – Arrèri ô scuru (Controluna Edizioni) poesie di José Russotti recensite da Michele Barbera

Josè Russotti copertina Dietro al buio
Copertina del libro

“Ma a notti è fatta suru di sirenzi, 

unni mi peddu e mi cunfunnu 

intra stu mancanti i nenti 

iapru ‘u cori e mi lassu iri”.

(ma la notte è fatta solo di silenzi, 

dove mi perdo e mi confondo

dentro questo vuoto di nulla 

apro il cuore e mi lascio andare).

da: Arrèri ô scuru (Lepisma Floema – Controluna Edizioni)

 

Inizia con alcuni versi in vernacolo del poeta José Russotti (nella foto in evidenza), la recensione dello scrittore siciliano Michele Barbera che pubblico volentieri augurando buona lettura ai miei lettori (Antonino Schiera):

Arrèri ô scuru, Dietro al buio, poesie di José Russotti

José Russotti, il cui estro poetico è già ben noto ai nostri lettori, ci ha donato con la sua nuova silloge “Arrèri ô scuru” (Controluna Edizioni, 2019) un emozionante dualismo poetico, in cui lingua italiana e dialetto mavvaggnotu si incontrano in modo simbiotico e rendono trepidante omaggio a quelle emozioni che il critico definì “scissioni dell’animo”, ovvero pure e nude verità emozionali. 

José, da assoluto cantore dell’anima siciliana e poeta celebrativo della “bella lingua”, è riuscito a sanare il mortificante dualismo dialetto-traduzione, esaltando la musicalità poetica di entrambi i registri linguistici, talché la silloge è godibilissima nelle due anime interne che si specchiano l’una nell’altra.

La silloge è afflato di silenzi e grida che animano illusioni di vuoto e nulla, ma anche germinazioni di sentimenti caldi e passionali, ritratti impressionistici e calde emozioni a volte devastanti, come la lava della Muntagna che scorre, linfa vitale e nascosta, tra i versi dei fogghi mavvagnoti di José. 

Tenero e struggente è il messaggio di Senzio Mazza, che apre la silloge, monito ed insieme testamento spirituale a José Russotti, illuminante più di mille ed acute recensioni. Senzio, poeta dialettale finissimo, ma anche vecchiu chi bramìa, depositario di una tradizione letteraria secolare, esprime in modo semplice ma efficace il timore che la “santa palora siculana” vada perduta. L’animo dell’anziano poeta si rallegra leggendo i versi di José, mùsica e meli, per tutti coloro che vivono ‘mpettu la Muntagna. Il tempo diventa così, un inutile diaframma di fronte all’eternità dell’arte poetica, tradizione e patrimonio spirituale, ed allo stesso tempo, luogo immaginifico che frantuma la caducità dell’essere umano. Un messaggio generazionale forte, dall’alto valore simbolico. Parafrasando Pascal, nell’esortazione a José la poesia, eredità spirituale, amplifica così tanto le emozioni “che facciamo dell’eternità un niente e del niente un’eternità”. 

“Vuoto di nulla” che apre il cuore e lascia il poeta “nudo e solo” su un tappeto di pensieri. José non si nasconde dietro i versi, gioca a dadi col destino, diventa funambolo del desiderio, sospeso nel buio.  
Il dialetto scolpisce i versi nel legno vivo e duro, impregnando le liriche di antinomie e di ossimori: sfugge la dimensione del reale, la poesia irride l’illusione di vivere, ma celebra anche l’ansia del puro, la “fini d’ogni cosa” nelle “dumanni senza risposti”.

Michele Barbera
Lo scrittore Michele Barbera

Nelle liriche della silloge, la dimensione onirica ed ineffabile del sentimento poetico si scontra con la salda concretezza di un’esistenza viscerale, scevra di ipocrisie, fiorita “in un pugno di sole con attorno il mare”. Inevitabile il richiamo a Malvagna, alle pendici della Montagna, al paesaggio solare, al fuoco che brucia, alla civiltà che ha radici ataviche, ai legami familiari forti, saldi, certi, da meritare il totale ed “eterno abbandono”. 

Spesso l’uso del dialetto implica un genetico e funzionale policentrismo radicale: geografico, storico, antropologico, dove l’idioma localizzato diventa semeiotica isolazionista, comunicazione iniziatica, fatta non solo di parole, ma di simboli, di segni, di sfumature. José Russotti spezza il localismo verbale, gioca con i fonemi nel duplice registro compositivo e ne fa veicolo di messaggi empatici, universali, densi di atmosfera dominante, in cui ogni antagonismo idiomatico si arena sulle sponde del canone poetico. 

La densità dell’ispirazione poetica è pari al suo pluralismo: le relazioni affettive, l’intimismo arcaico, la sensibilità verso la Sicilia, alma mater, sin’anche la passione politica che trasmuta in rivendicazione sociale, le voci che “si chiamanu” dei migranti in mare, tutto diventa metafora di quel sentimento “vivu e dannatu” che agita l’animo del poeta che affronta, solo e nudo, i contrasti e gli affanni della vita terrena.  

Quasi in una rilettura del dubbio esistenziale che riecheggia i sepolcri foscoliani, anche la morte, specie quella solitaria, nascosta, non confortata dal pianto, diventa occasione di angoscia: “si moriri è tintu e nun duna abbentu / ancora chiù tintu è moriri a mmucciuni”. Il tremito della speranza, che fugge i morti, è amplificato dallo “spleen” (è José che così trasla “cassariamentu”) della insoddisfazione al vivere, della sofferenza che travaglia l’uomo. 

Il sentimento dominante, la cifra originale di José, è, così, l’ansia del puro, il tormento dell’innocenza, a cui solo la poesia, vera catarsi dell’anima, può trovare rimedio. Nell’amore verso chi ama, nell’amicizia, nell’afflato degli ideali, nella natura che non inganna, nei rimpianti dell’essere bambino, José ritrova orizzonti di silenzio, dove si placa ogni tensione emotiva e si rasserena l’inquietudine. 

Ci piace chiudere la lettura delle poesie di José con la doverosa citazione di “Suri d’austu”, Sole d’agosto, dove il montaliano meriggiare pallido ed assorto si veste di sembianze umane, un dialogo che diventa idillio di emozioni solari, nel canto delle cicale, tra i rami di un umile albicocco, a cui “u ma cori si ttacca e si ruspigghia all’umiri lampu di fidi”. Un umile barlume di fede, un rischiarare di speranza, che diventa liricità d’immensa eco ungarettiana, uno sbirciare l’infinito al di là della siepe cara a Leopardi, una metafora naturalistica che invita a guardare con fiducia al domani, al di là del buio, arrèri ô scuru. 

Michele Barbera (visita il suo blog)

 

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Pubblicato da Antonino Schiera

Poeta, scrittore e blogger palermitano. Pubblicazioni, riconoscimenti e iniziative: Nell'anno 2013 esordisco con la raccolta di poesie, aforismi e dediche d’amore Percorsi dell’Anima (Europa Edizioni). Nell'anno 2015 ho pubblicato due brevi storie (Moderno emigrante e Natale a Trieste) all’interno della raccolta di autori vari Natale 2015 (Società Editrice Montecovello), con finalità benefiche. Le due opere hanno ricevuto a Roma, la menzione d’onore al concorso organizzato dalla stessa casa editrice. Nel 2016 ho pubblicato la mia seconda raccolta di poesie Frammenti di colore (Edizioni La Gru) risultata finalista nella sezione poesie del II Premio Giornalistico Letterario Piersanti Mattarella. Nel 2017 la mia poesia Nel margine del tuo universo si è classificata seconda al Premio Nazionale di Cultura Isola di Pino Fortini. Nell’anno 2018 ho ideato, promosso e condotto l’evento estivo poetico e musicale Calici di poesie a Isnello con il Patrocinio del Comune e della Biblioteca di Isnello ed in collaborazione con il gruppo Siciliando in qualità di media partner. Nel mese di giugno 2019 la mia raccolta di poesie inedita Meditare e sentire si è classificata finalista al Premio Poetico Pietro Carrera, organizzato da Il Convivio Editore e l’Accademia Internazionale Il Convivio. Nel mese di settembre 2019 la stessa opera è stata pubblicata da Il Convivio Editore. - Nel mese di febbraio 2020 è stato pubblicato Il peperoncino di Alessandro, breve racconto inserito nella raccolta di autori vari Seta sul petto (Edizioni Simposium), in memoria di Alessandro Di Mercurio. Nel mese di agosto 2020 ho ricoperto il ruolo di direttore artistico nella rassegna poetica Parole ed emozioni madonite giunta alla terza edizione e promossa dall’A.N.A.S. zonale di Collesano in provincia di Palermo. Nel mese di settembre 2020 a Marsala, nell’ambito dell’Ottavo Simposio dei Poeti la mia poesia inedita Alba sulla torre, ha ricevuto il primo premio grazie alla votazione della giuria composta dagli stessi poeti presenti. Nello stesso mese è giunta la menzione di merito, nella sezione poesia inedita, nel Premio Convivio 2020 con la raccolta di poesie Sciabordio vitale sotto il cielo plumbeo pubblicata nel mese di aprile 2021. Nel mese di febbraio 2021 il breve racconto La notte dei cristalli ha vinto il primo premio assoluto nel concorso Il più bel gesto d’amore, organizzato dalla Farmacia Mercadante della Dottoressa Giordano di Palermo. Nel mese di giugno 2021 ho pubblicato il mio primo racconto La valigia gialla edito da Libero Marzetto. Nello stesso mese ho realizzato la prefazione generale e quella dei singoli tomi, cinque in totale, de Le Pietanze della cucina siciliana a cura del poeta, scrittore e promotore culturale Salvatore Mirabile. Nel mese di aprile 2022 la mia quarta raccolta di poesie Sciabordio vitale sotto il cielo plumbeo (Il Convivio 2021) è stata premiata con il terzo posto nella sezione poesia edita al Premio Nazionale di Poesia Himera. Ho organizzato un numero consistente di presentazioni ed incontri con i lettori per promuovere i miei libri, partecipato a numerosi reading poetici e ricevuto alcune menzioni d’onore per tali partecipazioni. Inoltre ho recensito e promosso alcune opere di scrittori contemporanei. Esperto di marketing e comunicazione, coniugo l’amore per la poesia e la curiosità per ciò che mi circonda, utilizzando la parola come un ponte che può unire mondi che ancora non si conoscono.

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