Riflettori puntati, nell’odierno post nella sezione PROTAGONISTI, sullo scrittore palermitano Salvatore Sutera (nella fotografia in evidenza). Come da copione ben collaudato l’autrice ha risposto alle mie domande, che hanno lo scopo di farvela conoscere meglio. Buona lettura.
Ho avuto il piacere di leggere la tua prima opera “Vento di scirocco” Leima Editore, otto racconti in terra di Sicilia. Due sono le domande che mi sovvengono, la prima fa riferimento al tema dei moti garibaldini, all’unità d’Italia e al ruolo dei Savoia. Si discute molto di quanto avvenuto e di una certa instabilità nei rapporti tra le varie anime della nostra Italia. Cosa ne pensi?
Salvatore Sutera – Nel racconto “Il brigante e l’eremita”, tratto da vento di scirocco, analizzo la tematica dell’impresa dei Mille da angolazioni diverse che, in fondo, furono quelle della politica e del popolo. Il popolo – e non tutto – (parliamo soprattutto di intellettuali, militari o giovani entusiasti), vide nel condottiero un generale carismatico che avrebbe realizzato il sogno spento dai soldati francesi sulle barricate della Repubblica Romana; la politica lo usò, pronta a tirarsi indietro qualora l’impresa, ufficiosamente appoggiata, fosse fallita. In fondo, niente di nuovo sotto il sole! Alla fine, però, fu facile salire sul carro del vincitore, salvo ad emarginarlo dalla storia che avrebbe visto i Savoia regnanti.
La seconda domanda prende spunto dalla sinossi del tuo primo libro che a un certo punto recita “Come questo vento, che avvolge implacabilmente nelle sue spire, così anche gli eventi si stringono attorno ai molteplici protagonisti delle storie narrate da Salvatore Sutera, che spesso si trovano a combattere contro il proprio destino”. Credi al destino? Se si che ruolo ha nell’esistenza di ciascuno di noi?
Salvatore Sutera – Riguardo alla seconda domanda, credo che questo sia un quesito che da sempre l’uomo continua a porsi. Indubbiamente esistono fatti e situazioni che sembrano “orchestrati” in modo tale da giungere ad un risultato che appare inevitabile e pilotato. C’è chi lo chiama Caso, chi Fato, chi Destino. Sinceramente mi limito a raccontare storie alle quali il lettore possa dare la sua interpretazione.
Ci può essere poesia in un racconto?
Salvatore Sutera – Il termine poesia ha per me molteplici significati, al di là di quello più comunemente inteso. Poesia è meravigliarsi nel vedere un bel tramonto, nell’ ascoltare un brano di Chopin (non per niente definito “il poeta del pianoforte”!), nell’assistere ad un gesto di bontà. In questo senso, quando il racconto di una storia riesce a penetrare nel cuore del lettore, suscitando in lui emozioni che lasciano un segno, allora sì, anche in un racconto può esserci poesia.
La tua produzione letteraria è molto apprezzata e ha ricevuto numerose menzioni e premi. Che importanza ha per un autore il riconoscimento pubblico della validità delle proprie opere?
Salvatore Sutera – Scrivere un romanzo, una raccolta di racconti o di poesie, è un vero e proprio “parto”, e ogni pagina che esce dalla tua penna o dalla tastiera del tuo computer è una parte di te, un figlio che ti auguri possa avere il successo che hai sperato per lui quando lo “creavi”. Ricevere la gratificazione di un premio o, ancor di più, l’approvazione dei lettori è quindi una ricompensa che ti appaga e ti infonde nuove energie!
Nell’ambiente letterario si dice che il titolo di un libro deve essere azzeccato. Personalmente ritengo che tu ci riesca. In particolare mi hanno colpito tre titoli: “Anche un basso può volare…alto” un poco ironico e “Ho brillato in un cielo di stelle” molto poetico, ma anche “Vento di scirocco” molto significativo. Cosa puoi dire ai lettori del blog a tal proposito?
Salvatore Sutera – Il titolo di un libro è fondamentale – soprattutto da un punto di vista pratico -, perchè deve incuriosire il lettore, suscitare in lui emozioni, evocare un vissuto che possa appartenergli. Altrettanto importante è la scelta della copertina! E in questo, il mio editore Renato Magistro è un maestro.
Parlaci in breve, senza svelare troppo naturalmente, del tuo ultimo libro “Una calda scia di sangue”.
Salvatore Sutera – Riguardo alla mia nuova “creatura” Una calda scia di sangue il libro è un giallo in salsa sicula il cui protagonista, il maresciallo dei Carabinieri Reali, Salvatore Capizzi, negli anni che precederanno l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale,si trova ad affrontare una serie di inspiegabili omicidi che metteranno a dura prova il suo acume investigativo. Nel romanzo non mancano i siparietti comici che alleggeriscono la storia dal finale imprevedibile. Ringrazio te, per il piacere di questa intervista, e i numerosi lettori che mi onorano della loro stima.
Scheda biografica dell’autore
Salvatore Sutera è nato a Palermo. Laureato in Filosofia e diplomato in canto al Conservatorio Duni di Matera, didatta di tecnica vocale, da sempre coltiva l’amore per la musica lirica. Per la casa editrice Leima ha pubblicato Vento di Scirocco, sua opera prima, raccolta di otto racconti, giunta alla seconda edizione, e il romanzo L’avventura di due garibaldini per caso, secondo classificato al “Premio Nazionale Isola 2018 – Pino Fortini”. Entrambi, oltre che su territorio nazionale, sono stati presentati anche a Ginevra.
Per la casa editrice Azzali, di Parma, ha pubblicato il volume Anche un basso può volare…alto e Ho brillato in un cielo di stelle, dedicati alla figura del celebre basso-baritono siciliano Simone Alaimo.
La sua nuova “creatura” è stata Una calda scia di sangue, Ed. Leima, edita nell’agosto del 2021.
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