La recente visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia, proseguita in seconda battuta in Francia, ci ricorda l’importanza delle relazioni e degli accordi internazionali in materia di scambi commerciali ed economici.
L’anno appena trascorso è stato caratterizzato dal contrasto geopolitico tra le due maggiori potenze mondiali, Stati Uniti e Cina ed oggi ci si domanda qual’è il piano per il futuro e come proseguirà la guerra commerciale nei mesi a venire.
Serve ricordare che il primo dicembre 2018 è stata arrestata la leader del gruppo cinese Huawei, Meng Wanzhou, nel momento in cui il presidente degli Stati Uniti e la sua controparte cinese, decidevano di mettere in pausa le tensioni commerciali per un periodo di novanta giorni. L’arresto dell’importante donna d’affari è avvenuto in un aeroporto canadese su richiesta delle autorità USA, con l’accusa di aver violato le sanzioni statunitensi sulle importazioni nei confronti dell’Iran, salvo poi essere stata messa agli arresti domiciliari, su cauzione, in attesa che venga provata la regola della doppia colpevolezza. Questo episodio ha determinato l’entrata della contesa bilaterale in una nuova fase, quando sembrava si stesse affievolendo.
L’importanza della Cina sulla scena internazionale e l’interdipendenza con gli Stati Uniti sono aumentate negli ultimi anni. A livello mondiale, l’economia cinese è nelle prime posizioni tenendo conto di importanti parametri quali il potere d’acquisto, manifattura a valore aggiunto, commercio al dettaglio e riserve di valuta estera comprese quelle in dollari statunitensi.
Fatta questa premessa frutto di un’analisi che tiene conto di dati ed elementi condivisi e conosciuti a livello mondiale, torniamo ai nostri giorni. Gli italiani, come spesso capita loro, sono divisi in due schieramenti. Da un lato coloro che vedono nella visita di Xi e del memorandum d’intesa firmato con Roma, la conferma che l’onda lunga cinese non si è mai arrestata. Una sorta di tsunami economico che non trova nessun ostacolo sulla sua via, tenuto conto del perdurare della crisi economica in Italia, che continua a segnare una crescita del prodotto interno lordo pari allo zero. A tal proposito può servire leggere l’articolo di Paolo Bricco del 28 marzo 2019 su ilsole24ore.
Dall’altro lato coloro che invece sperano che gli accordi economici con la Cina, possano migliorare la nostra economia, grazie a sostanziose immissione di liquidità per fare affari; in virtù di un bilancio commerciale auspicabilmente positivo per noi; per via di flussi turistici che portano soldi e lavoro.
I nostri due vice-premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rappresentano bene questa contrapposizione dualistica. Il primo vede bene questa novità, in sintonia con il modus operandi dei 5 Stelle, salvo dichiarare che il suo successivo viaggio negli Stati Uniti non ha lo scopo di tranquillizzare gli alleati oltreoceano; il secondo invece, coerente con una visione sovranista al limite dell’anti-europeismo, preferirebbe che le problematiche economiche italiane venissero risolte senza l’ingerenza di stati terzi, figuriamoci dei cinesi.
A livello europeo il memorandum d’intesa firmato a Roma ha causato preoccupazioni e scandalo. Al contrario la corposa dichiarazione congiunta tra Parigi e Pechino, ricordiamo che Xi Jimping è volato in Francia dopo avere lasciato l’Italia, non ha causato sommovimenti politici, facendo immaginare che il potere contrattuale della Francia in Europa sia superiore al nostro. In Francia il presidente Emmanuel Macron ha coinvolto la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della commissione UE Jean Claude Junker, connotando così l’incontro di una veste europeista e condivisa, pertanto più forte e digeribile.
Il giorno 23 e 24 marzo il presidente cinese, accompagnato sempre dalla moglie Peng Liyuan, si è intrattenuto a Palermo. Sembra che abbia scelto il capoluogo siciliano per fare un omaggio al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.
Le cronache di queste intense ore siciliane ci dicono che la coppia presidenziale è rimasta affascinata dalla città che negli ultimi anni sta vivendo una stagione culturale e turistica molto positiva, grazie alla valorizzazione dell’imponente centro storico, divenuto Itinerario Arabo Normanno, e alle notevoli bellezze naturali che attorniano la città. Il fotografo ufficiale della delegazione cinese, è stato invitato da Peng Liyuan a scattarle numerose fotografie in particolare all’interno di Palazzo dei Normanni e la stessa ha detto che farà una grande pubblicità nel suo paese per invogliare i connazionali cinesi a visitare la città.
Insomma durante la visita a Palermo i temi attinenti i soldi, il commercio e l’economia sono stati messi da parte perché i protagonisti erano le testimonianze della nostra cultura e della storia stratificata. Fëdor Dostoevskij, considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi, nell’Idiota fa affermare al principe Miškin questa frase: ”La bellezza salverà il mondo”.
E chissà che a Palermo, ma forse è solo utopia, non sia successo un piccolo miracolo ovvero più blandamente “la bellezza addolcirà i cuori e attenuerà le tensioni. In realistica attesa di nuove, notizie di catastrofi umanitarie ed economiche, si spera il più lontane possibili o forse mai.
Auspicando vivamente che il tuo pensiero si avveri, mi congratulo con te per gli articoli che scrivi, è piacevole leggerti anche quando scrivi di politica,Facciamo gli auguri alla nostra Italia che possa farcela ad uscire da questa crisi che ormai dura da anni.
Buona serata Antonino a presto.
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Buona serata a te e grazie per il commento.
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