Recensioni – Maria Elena Mignosi Picone riguardo la raccolta di poesie di Francesca Luzzio Cerchi Ascensionali (Il Convivio Editore)

Ricevo e pubblico volentieri l’intervento recensione della poetessa, saggista e docente Maria Elena Mignosi Picone, alla presentazione di martedì 04 giugno presso il Liceo Garibaldi di Palermo della raccolta di poesie Cerchi Ascensionali di Francesca Luzzio.

Francesca Luzzio

Cerchi ascensionali

Il Convivio Editore

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Maria Elena Mignosi Picone

Francesca Luzzio con questo titolo dato alla sua silloge di poesie, “Cerchi ascensionali”, ci introduce evidentemente in un’atmosfera di positività, perché l’ascendere è positivo, il discendere è negativo. E si ascende dal male al bene o dal bene al meglio. Infatti nel primo e terzo cerchio la poetessa tratta del male, nel secondo e nel quarto, invece, del bene. Di fronte al male, nelle sue varie gradazioni, specialmente quelle più gravi, ella rimane sbigottita e senza parole. In una poesia dedicata al compianto Mario Luzi, così si esprime: “…tu che conosci ormai il mistero, / dimmi, è proprio questa / la Poesia che Dio pose nelle cose?”, e in un’altra: “Tu, mio Dio, vedi il mondo, la gente / e forse sai / perché tanto sangue / sparso come niente /…io non so, sono incapace / di scoprire / il senso di tanto soffrire”. E qui si avverte in lontananza l’eco del Leopardi, della poesia “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, nei suoi interrogativi carichi di mistero: “Dimmi, o luna: a che vale / al pastor la sua vita, / la vostra vita a voi? / dimmi: ove tende / questo vagar mio breve / il tuo corso immortale”? Oltre l’eco del Leopardi avvertiamo, nella poesia di Francesca Luzzio, anche l’eco di Dante, appunto nei Cerchi, che ci ricordano la struttura della Divina Commedia, delle bolge dell’Inferno, dei gironi del Purgatorio, del Paradiso.

Quest’ascesi, dunque, che è essenzialmente spirituale, per comprenderla basti pensare alla distinzione che facevano i Latini tra homo e vir. Il trasformarsi da homo, che segue l’istinto, l’impulso, a vir, che segue le virtù, che si sa dominare, è ascendere. E ascendere nell’uomo equivale a trasumanare, cioè andare oltre l’umano. C’è una poesia che porta proprio questo titolo “Trasumanare”, ed è dedicata alla madre. In questa scrive: “con lei comincio la festosa danza…/ saliamo i..gradini ed insieme voliamo /… lasciamo il corpo e trasumaniamo”. In un’altra poesia dal titolo molto significativo, “Evaporazione esistenziale” dedicata al padre, leggiamo: “…l’anima evapora leggera / né il corpo mio la trattiene”.

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Francesca Luzzio

Nel primo Cerchio Francesca Luzzio incentra la sua attenzione sul male, però quello comune un po’ a tutti, che in genere proviamo nella vita di ogni giorno; mali lievi, in un certo senso, che sono piuttosto dovuti alla fragilità umana, come la stanchezza, nella fatica del vivere, la noia, nella monotonia della quotidianità, l’incomprensione, nella comunicazione con gli altri, l’ingratitudine, e via dicendo. Nel terzo cerchio il male assume una valenza più drammatica e tragica; la poetessa prende in considerazione i gravi fenomeni che si verificano nel mondo: la guerra, la violenza; è il male con spargimento di sangue e soppressione della vita. Ed ella si rivolge, con un tratto carico di umanità, direttamente alle vittime: ai migranti, ai deportati, ai disoccupati, alle donne offese e violentate, ma anche alle vittime di calamità naturali, ai terremotati, e pure agli sfrattati. A tutta quella umanità dolente alla quale è vicina con cuore di madre, sentendo come sua la sofferenza degli altri. Sono versi molto delicati e commoventi, come altrettanto delicati, ma intrisi di gioia e amore, sono quelli dedicati agli affetti familiari nel secondo Cerchio: ai genitori, al marito, alla figlia; ai nipotini e a parenti vari, non dimentica nessuno. Non manca neanche l’amore verso il paese natìo, Montemaggiore Belsito, e verso la città dove si è trasferita, Palermo. Né tralascia il pensiero verso gli amici, nel campo della cultura, come Elio Giunta e Giorgio Barberi Squarotti. Sono versi di una dolcezza ineffabile, che esprimono tutto l’amore di cui la nostra poetessa è circondata, amore che anche lei dà senza misura, e con tanta tenerezza. “…mio ascensionale amore”. Amore umano che le dà tanta gioia e pienezza di vita: “La brillante allegria / che i miei gioielli / umani e veri / mi sanno sempre dare”. Un amore così profondo che talvolta non ha bisogno neanche di parole perché il silenzio stesso è eloquente e si vive in un’atmosfera che trascende il tempo perché si assapora la dimensione dell’eterno: “Non serve parlare: vivo l’eternità!”. Talora, quando i suoi nipotini sono partiti, una riflessione si affaccia alla sua mente: “La stasi non è fine / è attesa, preludio di nuova felicità”. In questo Cerchio, pregnante dell’amore più profondo come è quello familiare, Francesca Luzzio si sente ascendere (il mio ascensionale amore) a qualcosa di più alto. E’ qui che ella getta i semi della trascendenza: il gusto dell’eterno.

La terrestrità allora si colora di celestialità. Il terrestre e il sublime si intrecciano e si fondono in un moto ascensionale. L’amore infatti è preludio, in anime sensibili e profonde, di ardori trascendentali, di vera ascesi, umana e spirituale. L’essere umano, sotto l’effetto dell’amore, comincia quasi a divinizzarsi. Affermava il filosofo greco Aristotele che l’uomo è animale razionale, animale perché ha in comune con gli animali l’anima sensitiva, ma ha in più l’intelletto e la volontà, e la coscienza, che costituiscono l’anima spirituale, lo spirito. Ora l’ascesi consiste nel coltivare lo spirito, nel valorizzare le potenze spirituali in modo tale che il risultato sia appunto il vir, dei Latini, l’uomo di carattere, il vero uomo.

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Copertina del libro

E si comincia col coltivare l’animo con tutto ciò che è bello, ad esempio con la musica, l’arte, la natura, tutte cose prettamente umane e terrene che, però, come sosteneva Giovanni Paolo II, (egli lo diceva alludendo allo studio del Latino e Greco, riferendosi agli Studi Umanistici), sono fattori che preparano la strada alla fede. Comincia allora nell’uomo una altalena tra la terra e il cielo, che risalta dai seguenti versi nella poesia Estasi: “Aquila in volo raggiungo il cielo/…/In terra torno e sono umana” o altrove, nella poesia “Verso te, Signore”: “…estatico coinvolgimento / mi conduce verso te; Signore” e poi, ad un tratto: “un tuono rimbomba / ed io torno qui, / nella terra e nel tempo”. Si comincia ad assaporare la fede: “…ci culli, Signore, / ed è bello sentire le tue braccia / il tuo incanto d’amore”. E a questo punto ella allora si chiede: “E’ trasumanazione”?

Così quella trasumanazione, che già cominciava ad avvertire, in quelle poesie dedicate ai genitori, passati ormai all’altra vita, vivendo la poetessa quell’atmosfera quasi surreale in cui ci fa immergere la morte dei nostri cari, qui ritorna, però dinanzi alla dimensione del sacro, dinanzi a Dio.

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Francesca Luzzio a sinistra

Qui nel quarto Cerchio la terrestrità e la celestialità assumono una connotazione diversa: la terrestrità si fa temporalità, e la celestialità si fa eternità. Infatti nei versi della poesia “Nascere e morire”, ella scrive: “…tutti siamo nati / costretti a leggere / il libro terrestre della temporalità. /…/ Infine, finita la lettura / del terrestre spartito, /…si apre una porta dorata: vedo luce infinita di eternità”.

Però, come si arriva alla trasumanazione? Vivendo l’amore e la carità, e non tutti lo comprendono, solo pochi. Scrive: “Bisogna raccogliere quei fiori / che hanno per molti, strani nomi, / pochi li chiamano amore e carità”.

Ecco è proprio qui, nell’amore e nella carità, che la poetessa ravvisa il rimedio a tanto male che c’è nel mondo. E allora, quando scettica si chiedeva: “Chissà…chissà / se a poco a poco / il mondo cambierà”!, ora invece il suo scoraggiamento si muta in speranza, anche se insiste che sono ancora pochi gli uomini che vivono l’amore e la carità: “pochi amanti raccolgono perle e fiori /e sanno tramutarli in oasi d’amore”.

Un ruolo fondamentale ha in questo la poesia. La nostra autrice si chiedeva: “La poesia ci può aiutare / a non far nascere / Gesù nel terrore”? E noi rispondiamo di sì. Tante gocce fanno un oceano. Ma certo è necessario un aiuto dall’alto. E’ la Madonna, dice Francesca, che può aiutarci, che può rendere possibile pure l’impossibile. E ricorre all’immagine delle rette parallele che, si sa, non si incontrano mai. Indicativi questi versi: “Il mare oggi ha tre confini: / distinte linee parallele /…Arcana metafora di parallele linee / presenti, -assenti, indecise-offuscate dell’anima mia”; però osserva: “Ma se volgo gli occhi / e il campanile guardo / trovano incontro in te, / Maria”. Con l’aiuto della grazia che ci viene dalla Madonna, tutto è possibile. Lo è il trasumanare. La sicurezza della possibilità della trasumanazione, la certezza della possibile divinizzazione dell’uomo, è espressa nei seguenti versi, nella poesia dedicata al padre, “Evaporazione esistenziale”, versi nei quali sembra compendiarsi tutta l’opera e che suggellano il moto ascensionale che fa dell’homo il vir, appunto l’uomo di carattere, il vero uomo. Ecco i “Cerchi ascensionali” che le fanno dire: “Ti raggiungo lassù, padre, dammi una mano, / il vento è propizio, ce la posso fare”!

Maria Elena Mignosi Picone

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Pubblicato da Antonino Schiera

Poeta, scrittore e blogger palermitano. Pubblicazioni, riconoscimenti e iniziative: Nell'anno 2013 esordisco con la raccolta di poesie, aforismi e dediche d’amore Percorsi dell’Anima (Europa Edizioni). Nell'anno 2015 ho pubblicato due brevi storie (Moderno emigrante e Natale a Trieste) all’interno della raccolta di autori vari Natale 2015 (Società Editrice Montecovello), con finalità benefiche. Le due opere hanno ricevuto a Roma, la menzione d’onore al concorso organizzato dalla stessa casa editrice. Nel 2016 ho pubblicato la mia seconda raccolta di poesie Frammenti di colore (Edizioni La Gru) risultata finalista nella sezione poesie del II Premio Giornalistico Letterario Piersanti Mattarella. Nel 2017 la mia poesia Nel margine del tuo universo si è classificata seconda al Premio Nazionale di Cultura Isola di Pino Fortini. Nell’anno 2018 ho ideato, promosso e condotto l’evento estivo poetico e musicale Calici di poesie a Isnello con il Patrocinio del Comune e della Biblioteca di Isnello ed in collaborazione con il gruppo Siciliando in qualità di media partner. Nel mese di giugno 2019 la mia raccolta di poesie inedita Meditare e sentire si è classificata finalista al Premio Poetico Pietro Carrera, organizzato da Il Convivio Editore e l’Accademia Internazionale Il Convivio. Nel mese di settembre 2019 la stessa opera è stata pubblicata da Il Convivio Editore. - Nel mese di febbraio 2020 è stato pubblicato Il peperoncino di Alessandro, breve racconto inserito nella raccolta di autori vari Seta sul petto (Edizioni Simposium), in memoria di Alessandro Di Mercurio. Nel mese di agosto 2020 ho ricoperto il ruolo di direttore artistico nella rassegna poetica Parole ed emozioni madonite giunta alla terza edizione e promossa dall’A.N.A.S. zonale di Collesano in provincia di Palermo. Nel mese di settembre 2020 a Marsala, nell’ambito dell’Ottavo Simposio dei Poeti la mia poesia inedita Alba sulla torre, ha ricevuto il primo premio grazie alla votazione della giuria composta dagli stessi poeti presenti. Nello stesso mese è giunta la menzione di merito, nella sezione poesia inedita, nel Premio Convivio 2020 con la raccolta di poesie Sciabordio vitale sotto il cielo plumbeo pubblicata nel mese di aprile 2021. Nel mese di febbraio 2021 il breve racconto La notte dei cristalli ha vinto il primo premio assoluto nel concorso Il più bel gesto d’amore, organizzato dalla Farmacia Mercadante della Dottoressa Giordano di Palermo. Nel mese di giugno 2021 ho pubblicato il mio primo racconto La valigia gialla edito da Libero Marzetto. Nello stesso mese ho realizzato la prefazione generale e quella dei singoli tomi, cinque in totale, de Le Pietanze della cucina siciliana a cura del poeta, scrittore e promotore culturale Salvatore Mirabile. Nel mese di aprile 2022 la mia quarta raccolta di poesie Sciabordio vitale sotto il cielo plumbeo (Il Convivio 2021) è stata premiata con il terzo posto nella sezione poesia edita al Premio Nazionale di Poesia Himera. Ho organizzato un numero consistente di presentazioni ed incontri con i lettori per promuovere i miei libri, partecipato a numerosi reading poetici e ricevuto alcune menzioni d’onore per tali partecipazioni. Inoltre ho recensito e promosso alcune opere di scrittori contemporanei. Esperto di marketing e comunicazione, coniugo l’amore per la poesia e la curiosità per ciò che mi circonda, utilizzando la parola come un ponte che può unire mondi che ancora non si conoscono.

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